Fonte www.superabile.it - È un mercoledì mattina di maggio. Sono le dieci. Alla reception c’è una ragazza in carrozzina. Un piccolo gruppo è uscito per andare a giocare a bocce in paese. Lo fa tutte le settimane. Gli altri hanno finito da poco il secondo turno di colazione nella sala mensa, ma sono già tutti belli lavati e vestiti grazie all’aiuto degli operatori. La sveglia suona alle sette a Coccinella Gialla, un centro socio-riabilitativo residenziale nato nel 2006 per volontà di Anffas (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale), sezione di Cento, in provincia di Ferrara. Prende il nome dall’idea vincitrice di un concorso indetto nelle scuole medie e superiori dell’hinterland e dalla motivazione di quella scelta: le coccinelle in natura sono rosse o arancioni e quelle gialle sono “diverse” ma, ciò nonostante, sono riconosciute e accettate come parte del gruppo.
 
Costruita dopo anni di raccolta fondi, donazioni e partecipazione a bandi, la struttura oggi si compone di una grande e moderna casa luminosa con soffitti alti, spazi comuni al piano terra, nove camere doppie e due singole al primo piano per un totale di 20 posti letto, un alloggio indipendente e cinque villette bilocali sparse per il giardino che offrono la possibilità di ospitare anche un genitore anziano. Come Libiana, 97 anni, che abitava* in quelle casette con il figlio Daniele, un 70enne con la sindrome di Down, e come Annamaria, la madre di un’altra ospite del centro. Ma nelle casette vivono anche due persone con disabilità acquisita – un infortunato sul lavoro e Rosa, una donna che ha avuto un ictus –, che così hanno la loro privacy. Una saletta per la fisioterapia, una stanza adibita a palestra e una vasca terapeutica per chi soffre di rigidità muscolare completano il quadro, secondo quanto previsto dalla normativa regionale per strutture come queste. Tutto è molto in ordine e pulito. Riportiamo per intero il reportage di Michela Trigari e Danilo Garcia Di Meo, per la parte fotografica, pubblicato sulla rivista “SuperAbile Inail”.
 
“A Coccinella Gialla attualmente abitano 38 persone, tutte adulte, con disabilità eterogenea grave e gravissima”, dice Benedetta Balboni, la coordinatrice, “ciascuna con il proprio piano educativo avallato dalla famiglia (se è presente) e dal servizio sociale inviante. Inoltre teniamo sempre un posto di riserva per i ricoveri di emergenza, e in più abbiamo un appartamento in centro per garantire percorsi di autonomia alle persone più indipendenti da realizzarsi, per piccoli gruppi e a rotazione, durante i weekend”, aggiunge. Un’altra ventina di utenti esterni, che la mattina frequentano un centro diurno o sono in borsa-lavoro, si aggiungono dopo pranzo – anche questo su due turni – per seguire i laboratori pomeridiani nel salone grande. Oggi tocca alla cucina: si impara a fare la piadina, sotto la supervisione di alcune volontarie. Ma le attività, durante la settimana, spaziano dall’andare in piscina o in palestra alla visione di un film, dal canto al laboratorio di fotografia, dallo shopping a piccoli lavori di falegnameria fino alla messa domenicale (per chi lo desidera).
 
Non tutti però vi partecipano. Roberta ed Ermanno, entrambi in carrozzina, due fidanzati che si sono conosciuti e innamorati proprio a Coccinella Gialla, oggi stanno giocando al pc. Nicola e Angela Maria, dopo mangiato, dormono sui divani della sala comune avvolti da una coperta. Accanto a loro c’è un deambulatore. Poco distanti, altre due persone guardano sonnecchiando la tv mentre una signora gioca sul tavolo con i chiodini colorati. Raul, che prima aveva servito la parmigiana, ora scrive sul diario. Cinzia si è fatta fare i boccoli col ferro da un’educatrice. Annalisa invece è sempre inquieta e chiede continuamente una sigaretta.

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*La signora Libiana si è spenta nell'agosto 2019: il "Dopo di Noi" di suo figlio è assicurato dalla permanenza nel Centro Coccinella Gialla