Fonte European Disability Forum - È disponibile il Rapporto Europeo sui Diritti Umani realizzato dall'European Disability Forum. Giunto alla terza edizione, il Rapporto si focalizza sull'assicurare i diritti delle persone con disabilità all'uguaglianza e alla non  discriminazione nell'Unione europea e include una revisione dei quadri sulla parità in ciascuno Stato membro dell'UE e una sezione sulle forme multiple e intersezionali di discriminazione.

Quello che segue è un estratto del Capitolo 3: Discriminazione multipla e intersezionale che propone alcune dichirazione dei migranti con disabilità stessi evidenzaite nel sondaggio "Migrants, speak up" condotto dalla Rete europea contro il razzismo.

Un migrante ha spiegato che non esistono infrastrutture e politiche per aiutare i migranti con disabilità.

Un migrante con disabilità ha riferito:

"Ho bisogno di documenti per persone con disabiltà. Tuttavia, in Germania nessuno si preoccupa dei migranti con disabilità, nessuno si domanda se hai una disabilità o se sei in salute ... Hanno scritto che sono in forma e in salute anche se uno dei miei piedi e due dita dell'altro sono stati amputati"

Un altro commento indica che i migranti non hanno ricevuto il supporto adeguato per le loro disabilità fisiche e psicosociali da otto anni:

"Vivo in Grecia da 8 anni. La mia situazione è molto brutta. Mia madre e uno dei miei fratelli hanno delle disabilità, mentre l'altro è malato di mente. Abbiamo bisogno di aiuto. Viviamo in uno stato molto difficile, senza assistenza sanitaria e senza un tetto adeguato per proteggerci"

Il Comitato CRPD ha affrontato in modo specifico la situazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo quando ha riesaminato l'attuazione del CRPD da parte degli Stati Parte rilevando l'importanza dell'accessibilità delle procedure di determinazione dello status di rifugiato, della parità di accesso ai regimi e ai benefici di sostegno alla disabilità e dell'incorporazione della disabilità nella legislazione in materia di rifugiati e asilo.

Per quanto riguarda l'Italia, il Rapporto evidenzia che: 

"Non esiste un organo indipendente che promuova l'uguaglianzae che possa prevenire ed indagare le discriminazioni fondate sulla disabilità. C'è un organo chiamato UNAR (Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione della discriminazione basata sulla razza o l'origine etnica), all'interno del Ministero delle Pari Opportunità, che considera disabilità genericamente e come condizione trasversale. Nel Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali c'è anche un corpo dedicato alla promozionde della parità tra uomini e donne il cui campo di applicazione è limitato alla discriminazione basata sul genere nel settore della l'occupazione. Non copre i problemi di disabilità, il divario tra le persone con e senza disabilità e divario di genere della disabilità. Le azioni svolte da questi due organismi non sono monitorati in termini di efficacia ed efficienza nella protezione delle persone con disabilità, in particolare ragazze e donne con disabilità".

Il testo (in lingua inglese) è disponibile cliccando qui